Kid Ory

Trombone

Swing Roots

Uno dei nomi più influenti nella storia del jazz, Kid Ory ha segnato un’epoca con il suo stile unico al trombone, diventando un’icona della scena musicale di New Orleans e del jazz tradizionale. Nato Edward Ory il 25 dicembre 1886 in una piantagione a LaPlace, Louisiana, “Kid” è ricordato come uno dei pionieri del jazz, il primo a portare il trombone dal ruolo di accompagnatore a quello di protagonista nella musica. Ma la sua non è solo una storia di talento, ma di contributo fondamentale alla crescita e alla diffusione del jazz negli Stati Uniti.

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L’infanzia: dal bayou alle strade di New Orleans

Cresciuto nella piccola comunità rurale di LaPlace, a pochi chilometri da New Orleans, Ory ha iniziato a esplorare la musica in modo piuttosto informale. Essendo nato in una piantagione creola, aveva un background culturale ricco di influenze musicali francesi, caraibiche e africane. La sua famiglia, come molte della Louisiana meridionale, parlava francese, e la musica era sempre presente nelle celebrazioni e nella vita quotidiana. Fin da giovane, Ory mostrò un’incredibile affinità per la musica, costruendo strumenti rudimentali con materiali di scarto. A soli 10 anni, aveva già formato la sua prima banda, suonando un banjo fatto in casa.

Uno degli aneddoti più affascinanti dell’infanzia di Ory riguarda il suo “primo strumento”. Raccontava spesso di aver costruito un banjo utilizzando fili di recinzione e altri materiali di fortuna, iniziando così a suonare nelle feste locali e nei picnic della piantagione. Questo spirito di creatività e di adattamento, tipico di molti artisti neri del sud, segna l’inizio del suo percorso come musicista.

Ma fu a New Orleans che la sua carriera musicale decollò davvero. Spostatosi lì nei primi anni del 1900, Ory lasciò il banjo per il trombone, lo strumento che avrebbe definito il suo stile. A quel tempo, il trombone aveva un ruolo piuttosto umile nelle orchestre, spesso relegato a una funzione di accompagnamento. Tuttavia, Kid Ory trasformò questo strumento, conferendogli una voce propria, un suono profondo e penetrante che si distingueva chiaramente tra le orchestrazioni più complesse delle jazz band di New Orleans.

L’inizio della carriera e il successo

Negli anni ‘10, Kid Ory divenne una delle figure di spicco nella vibrante scena musicale di New Orleans. Formò la Woodland Band , che presto divenne una delle formazioni più popolari della città, suonando in feste, matrimoni e persino funerali, un’usanza tipica della tradizione musicale di New Orleans. La sua band includeva futuri giganti del jazz come King Oliver, che più tardi sarebbe diventato una delle principali influenze di Louis Armstrong.

Questo periodo fu una vera e propria “età dell’oro” per Kid Ory e la sua band. Con il loro mix di ragtime, blues e jazz primitivo, riuscirono a catturare l’energia di New Orleans e a portarla a un pubblico più vasto.

Un aneddoto interessante riguarda il “battesimo” del suo stile di trombone. Nei primi anni, Ory venne soprannominato “Kid” per il suo aspetto giovanile, ma era noto per essere un vero maestro del cosiddetto “tailgate trombone“, una tecnica che prevedeva l’uso del trombone per accompagnare e sottolineare le linee melodiche principali, spesso in modo molto fisico. La tecnica era soprannominata così perché il trombone suonava spesso nelle band su carri trainati da cavalli, con i musicisti seduti letteralmente sul “tailgate”, il portellone posteriore del carro. Il suono robusto e “scivolante” del trombone di Ory era perfetto per questa configurazione.

Il contributo più significativo di Kid Ory al jazz è legato senza dubbio al modo in cui riuscì a far evolvere il ruolo del trombone all’interno delle sue band. Ory infatti perfezionò la tecnica del tailgate trombone, “riempendo gli spazi” lasciati dagli strumenti solisti e creando una contro-melodia armonica e ritmica. Lo faceva suonando note lunghe, ruvide e glissati esagerati, che avevano un impatto potente e una riconoscibilità immediata.

Un’altra caratteristica distintiva dello stile di Ory era il suo “fraseggio call and response“, dove il trombone rispondeva alle melodie principali suonate da tromba e clarinetto con frasi decise e ritmiche, spesso improvvisando su strutture blues o ragtime.

Woodland Band Kid Ory
La Woodland Band. Da sinistra: Edward Robinson, Kid Ory, Chif Matthews, Raymond Brown, Stonewall Matthews, Harry Forster. Credit: Christer Fellers and The Kid Ory Archive.

Kid Ory: collaborazioni

La carriera di Ory è stata ricca di collaborazioni leggendarie, ma due artisti spiccano in modo particolare: King Oliver e Louis Armstrong.

King Oliver era un cornista di spicco e leader di una delle migliori band di New Orleans. Ory suonò con lui per anni e divennero amici stretti. Fu grazie a Oliver che Ory entrò in contatto con molti altri musicisti di talento e fu anche grazie lui che Ory imparò l’arte di guidare una band. Nel 1919, King Oliver si trasferì a Chicago e lasciò Ory a capo della sua band. Questo fu un momento chiave nella carriera di Kid, che iniziò a essere considerato come uno dei principali bandleader della scena jazz.

Tuttavia, fu con Louis Armstrong che raggiunse il culmine del suo successo. Armstrong, all’epoca un giovane promettente, si unì alla band di Ory nel 1919. La combinazione della potente tromba di Armstrong con il trombone di Ory creò una chimica musicale esplosiva. I due svilupparono un’intesa profonda, con Armstrong che lodava spesso il “calore” e la potenza del suono di Ory. Questi, dal canto suo, riconobbe subito il talento eccezionale di Armstrong e lanciò la sua carriera, aiutandolo a farsi conoscere a New Orleans e poi a Chicago.

Un aneddoto curioso che dimostra l’influenza di Ory su Armstrong riguarda una delle prime registrazioni della Creole Jazz Band di King Oliver, dove Ory suonava il trombone. Durante la registrazione di “Dipper Mouth Blues”, Ory improvvisò un assolo così coinvolgente che Armstrong lo definì “uno dei momenti più intensi della sua carriera da giovane musicista”.

Il trasferimento a Los Angeles, Gli Hot Five e il ritiro momentaneo

Negli anni ‘20, Kid Ory decise di trasferirsi a Los Angeles, una mossa che si rivelò strategica per la sua carriera. A Los Angeles, formò una nuova band e divenne uno dei primi musicisti di jazz neri a suonare regolarmente nelle sale di incisione e nei club della città. Fu anche uno dei primi artisti a registrare per la Sunset Record, un’etichetta discografica all’avanguardia a quel tempo.

Nel novembre del 1925 Kid Ory faceva parte dell’iconico gruppo di registrazione di Louis Armstrong, The Hot Five, che comprendeva anche Johnny Dodds al clarinetto, Lil Hardin Armstrong al pianoforte e Johnny St. Cyr al banjo. Tutte le parti di Ory, gli slide, le sincopi staccate e la vocalizzazione dello strumento possono essere ascoltate in particolare in “Heebie Jeebies“, “Jazz Lips” e molti altri, tra cui “Savoy Blues” dello stesso Ory e “Ory’s Creole Trombone“.

Tuttavia, con l’arrivo della Grande Depressione e il cambiamento dei gusti musicali, Ory si ritirò temporaneamente dalla scena musicale e iniziò a gestire un allevamento di polli. Questo episodio è spesso citato come simbolo della sua umiltà e della sua capacità di adattarsi alle sfide della vita.

Il ritorno al jazz: Gli anni ’40 e ’50

Dopo un lungo periodo di assenza dalle scene musicali, Ory tornò alla ribalta negli anni ‘40 grazie all’emergere del revival del jazz tradizionale. Formò una nuova band chiamata Kid Ory’s Creole Jazz Band, che divenne rapidamente una delle band di punta del “Dixieland Revival“.

Durante questo periodo, Ory incise alcuni dei suoi brani più famosi, tra cui “Muskrat Ramble”, che sarebbe diventata una delle canzoni jazz più interpretate di sempre. La sua band includeva musicisti del calibro di Barney Bigard, Mutt Carey e Red Allen, tutti influenzati dallo stile tradizionale di Ory.

Un altro episodio significativo di questo periodo riguarda la partecipazione di Ory al leggendario concerto del 1944 a New York, noto come The Esquire Jazz Concert, che riunì alcuni dei più grandi nomi del jazz, tra cui Armstrong e Duke Ellington. Questo concerto segnò ufficialmente il ritorno di Ory al centro della scena jazz mondiale.

La morte e l’eredità di Kid Ory

Kid Ory continuò a suonare fino agli anni ‘60, mantenendo viva la tradizione del jazz di New Orleans anche in un’epoca dominata dal bebop e dal cool jazz. Morì il 23 gennaio 1973 alle Hawaii, all’età di 86 anni, lasciando dietro di sé un’eredità musicale che continua a influenzare generazioni di musicisti jazz.

La sua capacità di fondere tecnica, ritmo e innovazione, pur mantenendo un forte legame con le radici popolari e folcloristiche del jazz di New Orleans lo ha reso una figura immortale. E ogni volta che ascoltiamo un trombone “scivolare” su una melodia jazz, possiamo ringraziare Kid Ory per aver aperto la strada a questa magia musicale.

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